La condivisione nel progetto digitale. Per divergere, e poi convergere.

Marzo 7, 2022 | di Alessio Cardelli

La condivisione nel progetto digitale. Per divergere, e poi convergere.

La ricerca è una di quelle cose che o fai subito oppure mai, salvo poi pagarne le conseguenze.

Questa la frase che mi disse, qualche anno fa, una persona nel corso di un networking di una conferenza. Ed effettivamente aveva ragione! Ci sono cose che se non vengono fatte quando è necessario possono poi richiedere interventi scomodi quanto tardivi, onerosi o addirittura impossibili da gestire come si vorrebbe, e dovrebbe. Ecco perché è meglio prevederle dall’inizio. Una di queste è sicuramente la ricerca, intesa in senso ampio come esplorazione del mercato, conoscenza delle persone, analisi dei competitor e, più in generale, esplorazione del terreno di riferimento. Vediamo quindi come approfondire al meglio la ricerca e coinvolgere le persone nella realizzazione di un prodotto digitale e di un’idea di business. Partiamo dalla distinzione di tre fasi imprescindibili: coinvolgere, divergere, convergere.

 

La condivisione nel progetto digitale. Per divergere, e poi convergere.

 

Primo passo: coinvolgere.

Proprio come in un’equazione, se si sbaglia la prima operazione matematica, per quanto semplice, il risultato nel tempo sarà disastroso. Il primo errore da non commettere è dimenticarsi di – o di decidere di non – coinvolgere, laddove per coinvolgere intendiamo far partecipare le persone corrette alle fasi esplorative e di ricerca: stakeholder di progetto, potenziali partner, fornitori, referenti, persone in target che utilizzeranno il prodotto o il servizio. Il loro coinvolgimento servirà a confrontarsi per arrivare, inevitabilmente, a divergere e poi a convergere, come vedremo. 

Ci sono tanti modi di coinvolgere e fare ricerca: ricerche qualitative, ricerche quantitative, focus group, ricerche etnografiche, ricerche netnografiche e/o social listening. E una delle prime domande da porsi è: quante persone coinvolgere? Tutte quelle con potere decisionale, se si parla di stakeholder, e quante più possibile come rappresentanza del target. Cosa succede, verrebbe da chiedersi, se non si coinvolge? In tal caso non si divergerà per niente o, comunque, non abbastanza. Per poi scoprire che l’assenza di divergenza nelle fasi iniziali è il primo passo verso il fallimento di un progetto.

 

La condivisione nel progetto digitale. Per divergere, e poi convergere.

 

Secondo passo: divergere.

Le fasi esplorative di ricerca permettono di acquisire dati, insight ed evidenze in relazione a cosa si sta cercando di validare o rispetto all’obiettivo finale. Mai come in questa fase i dati valgono e dicono veramente tanto. Per loro natura imparziali, ci restituiscono infatti valori oggettivi. Vero anche che, su questi dati, è possibile esprimere opinioni, fare ipotesi, confrontarsi, e divergere. Proprio divergere nelle fasi iniziali di progetto è fondamentale per procedere senza dubbi, ed evitare di finire in un vicolo cieco, spesso a tutta velocità. La tendenza, in questa fase, sarà sempre quella di evitare la discussione o, meglio, la divergenza. Questo per una serie infinita di motivi o di bias.

  • Ruoli e gerarchie: non vogliamo contraddire chi lavora con noi;
  • Testardaggine: i dati dicono che dobbiamo cambiare ma vogliamo andare avanti lo stesso in questa direzione;
  • Noia o poco tempo: crediamo di esserci capiti, per cui parlare non serve, quando invece le sfumature e le puntualizzazioni possono essere estremamente rilevanti.

Perché e quando divergere? Se non si diverge quando si decide di farlo, in modo strutturato e controllato – ed educato! -, si finirà comunque per farlo quando ormai sarà troppo tardi, in modo confuso e incontrollato. Vale a dire, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Divergere è dunque fondamentale nelle fasi iniziali di progetto; non per allontanarsi senza un senso dall’obiettivo, ma per convergere, con il coinvolgimento, l’approfondimento e il confronto, verso un’unica direzione condivisa.

Terzo passo: convergere.

Cosa significa davvero convergere? In una parola, collaborare. Purtroppo quando le due precedenti fasi vengono meno o non sono affrontate in modo corretto, si ha sempre la sensazione che non ci sia bisogno di convergere perché si è già tuttə allineatə a monte.
Se invece si procede come si deve, convergere rappresenterà la giusta sintesi delle due fasi precedenti. Avremo infatti sul piatto opinioni contrastanti, dati reali, insight imprevisti, idee nuove da riordinare e per le quali trovare una sintesi. Sarà necessario definire le priorità delle ipotesi emerse, confrontarsi e collaborare, con lo scopo di definire una linea condivisa da tutte le parti che rispetti gli obiettivi di business, le evidenze emerse nella ricerca, le possibilità di mercato, i bisogni di chi usa il servizio.

 

La condivisione nel progetto digitale. Per divergere, e poi convergere.

 

Le persone, prima del progetto. 

Con un processo strutturato come quello che abbiamo delineato, si avrà la certezza di procedere in modo coeso, condiviso e coerente rispetto al business che si sta portando avanti. Ogni business e progetto sono d’altronde fatti dalle persone per le persone. Ragion per cui il coinvolgimento, il dialogo e la collaborazione sono fondamentali per il successo. 

E, per concludere, un piccolo regalo per te! Per imparare a coinvolgere, divergere e convergere in modo semplice ma strutturato esiste un gioco chiamato Crazy 8.

Ottieni il template digitale di Baasbox per la tecnica del Crazy 8.

 

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Alessio Cardelli, Designer, direttore della Division di Product Design e COO di Baasbox. Lego addicted, è appassionato di tecnologia, serie fantasy e cucina homemade.

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